Grandi, piccole, pesanti anche diverse tonnellate, dal suono rotondo o acuto, le campane da sempre scandiscono la nostra vita. A partire da quelle che con i loro rintocchi segnano le ore, a quelle che radunano i cittadini per i festeggiamenti o per le esequie funebri. Ad Agnone, nell’Alto Molise, dall’anno 1.000, merito della pontificia fonderia Marinelli, si tramanda di padre in figlio l’arte della fusione delle campane.
Ancora oggi ad Agnone, per realizzare una campana, si usano le stesse tecniche dei maestri del Medioevo e del Rinascimento. Un’arte non facile, difficile. Tutta questione di spessore, peso, diametro e altezza. Si parte dalla costruzione, con la guida di una sagoma di legno, di una struttura in mattoni che corrisponde all’interno della campagna (l’anima), di forma tronco conica. Su questa si sovrappongono strati di argilla fino a formare lo spessore voluto. Sulla superficie levigata si applicano in cera i fregi, le iscrizioni, gli stemmi e le figure che vanno a decorare la falsa campana. Poi si realizza il cosiddetto “mantello” che si ottiene sovrapponendo strati successivi di argilla, lasciandoli essiccare tra un’applicazione e l’altra con l’utilizzo di carboni accesi collocati nell’anima di mattoni.
È in questa fase che si scioglie lo strato di cera e viene assorbito lentamente dall’argilla (il procedimento “a cera persa”). Al termine di questo processo si solleva il mantello, la falsa campana viene distrutta fino a liberarne l’anima. Si ricolloca poi il mantello lasciando libero lo spazio prima occupato dalla falsa campana. Intanto la fossa dove vengono calate le forme viene completamente riempita di terra, in modo da evitare lo spostamento del mantello. Così si realizza la campana colando il bronzo a 1150 gradi nello spazio libero tra anima e mantello.
Ancora oggi il combustibile utilizzato è in legno di rovere secca, come centinaia di anni fa, per evitare la contaminazione del metallo fuso da parte dei gas che si sprigionerebbero impiegando altri combustibili. Per realizzare una campana occorrono dai 30 ai 90 giorni e se ne collauda il suono rilevandone la tonalità con diapason e apparecchi speciali.
Ad Agnone la pontificia fonderia Marinelli è l’unica sopravvissuta tra le dinastie di maestri campanari che dall’anno Mille hanno dato vita a questa antica e nobile arte.