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I blue jeans parlano genovese

Itinerario:

Scritto il da Maria Chiara Ferraù

I blu jeans, l’indumento in assoluto più venduto e indossato nel mondo, in realtà in passato era un tessuto italiano, precisamente nato a Genova. I naviganti, già dal 1567, secondo quanto si legge sull’Oxford English Dictionary, utilizzavano un tipo di telone di colore blu, denominato “Blue de Genes”, ossia “blu di Genova”, utilizzato per le vele e per la copertura delle merci.

La solida tela in cotone, grazie alla sua armatura a saia, fin dal XV secolo arrivava da Chieri (Torino) e da Nimes e a Genova viene utilizzata per vele, abiti dei marinai e teloni di copertura. Si narra che un anonimo mercante genovese decide, alla fine dell’Ottocento, di inviare in America una partita di queste tele di colore blu (dalla tintura con indaco) e di sfruttarle per la confezione di tute e di calzoni, caratterizzati da ampie e robuste tasche, molto richiesti dai cercatori d’oro alla ricerca del West.

Nel XVII secolo un anonimo pittore italiano, oggi conosciuto come “maestro della tela jeans” realizza alcuni dipinti che ritraggono scene di vita comune dove l’elemento ricorrente è la presenza di indumenti in “blue de Genes”. Prima il tessuto arriva in Inghiltera dove già nel 1567 si parla di “jeans”, riferendosi alla stoffa di fustagno esportato da Genova e lo indossa anche Garibaldi che salpa da Quarto con i suoi Mille per sbarcare in Sicilia, a Marsala.

Poi arriva in America. Qui gli ebrei Levi Strauss e Jacob Davies, il primo sarto e il secondo commerciante, iniziano a produrre questa tela “blue de Genes” e ne chiedono il brevetto nel 1874. Con l’avvento, negli anni Trenta, dei primi film su cowboys, in cui i protagonisti li indossano insieme agli immancabili pistoloni, in atteggiamento da vero “macho” e quando James Dean, nel 1955, diviene un mito emblematico con la sua Gioventù bruciata, il loro uso si diffonde rapidamente tra i giovani americani, tanto da divenire l’uniforme dei ragazzini. Si deve aspettare il termine della seconda guerra mondiale perché i jeans diventino la divisa dei giovani ribelli inglesi: i Teddy Boys. Successivamente i jeans vengono banditi dai presidi (a partire dal 1959) e come nelle migliori favole che si rispettino, arriva a salvarli un personaggio positivo, in questo caso un italiano, il re dell’automobile: Gianni Agnelli.

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