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Sicilia,culla di civiltà tra mare, cultura e tradizioni

Scritto il da Maria Chiara Ferraù

Regione:

“Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso”
(Luigi Pirandello)

Il vulcano attivo più alto d’Europa, spiagge incantate, teatri antichi, montagne verdi e rigogliose, terre aride e brulle, pianure e alte vette, isole e isolotti. Tutto racchiuso in uno scrigno magico: la Sicilia.

Nel corso della storia la Sicilia ha visto sorgere grotte, latomie, teatri, catacombe, templi, luoghi di culto di ogni epoca e di ogni religione e custodisce la croce lignea precristiana più antica del mondo a Casteltermini (Agrigento).

Terra di conquista, l’isola, nel cuore del Mediterraneo, ad un passo dall’Africa, è stata sempre al centro della storia. In principio ci furono i Sicani, i Siculi e gli Elimi che crearono Segesta e Eryx. Poi arrivarono i Cartaginesi con Mozia e Solunto. Nell’VIII secolo a.C la Sicilia fu patria dei Fenici prima e dei Greci poi e dopo ancora dei romani che la elessero “granaio d’Italia. Teatro delle guerre puniche sia greche che romane, nell’Alto Medioevo venne conquistata da: Vandali, Ostrogoti, Bizantini e Normanni.

Furono proprio i Normanni a fondare qui il Regno di Sicilia e Ruggero II fece erigere nel 1131 la basilica cattedrale di Cefalù come suo mausoleo col maestoso cristo pantocratore. Il regno di Sicilia durò 686 anni (dal 1130 fino al 1816) e fu il più longevo “stato” indipendente. Sotto Federico II, chiamato lo “stupor mundi” venne riorganizzato il regno di Sicilia in tutto il suo splendore. “Non invidio a Dio il Paradiso – diceva Federico II di Svevia – perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia”.

Conquistata poi dagli angioini dopo i vespri siciliani del 30 marzo 1282, la terra del sole passò sotto il dominio degli aragonesi e con la pace di Caltabellotta nel 1302 rimase a Federico III d’Aragona che assunse il titolo di re di Trinacria. La Sicilia divenne poi vicereame di Spagna. Nel XVIII secolo vi regnano i Borbone sotto cui nel 1816 nacque il Regno delle due Sicilie che partiva dalla Sicilia fino a Napoli.

Nel 1946 con Re Umberto II, il 15 maggio, viene istituita l’autonomia della Sicilia e l’anno successivo nasce l’Ars, (assemblea regionale siciliana), il più antico parlamento d’Italia.

Tanti sono i primati della Sicilia, una delle cinque regioni a statuto speciale insieme a Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Oltre ad avere il più antico parlamento d’Italia e il vulcano attivo più alto d’Europa, ha visto in passato la nascita della prima guerra servile ad Enna, capeggiata da Euno. E poi tante le invenzioni a partire da quelle di Archimede nella magna Grecia a Siracusa. Nel suo capoluogo, Palermo, fu eretto il teatro lirico più grande d’Italia: il teatro Massimo Vittorio Emanuele, inaugurato a fine Ottocento. Il siciliano non è solo un dialetto, ma una lingua riconosciuta pesino dall’Unesco e forse pochi sanno che il siciliano è stato precursore dell’italiano con la scuola poetica siciliana di Federico II di Svevia (lo stupor mund già menzionato), come affermò lo stesso dante nel De Vulgari Eloquentia (I, XII, 2) “…tutto quanto gli italiani producono in fatto di poesia si chiama siciliano”. Nell’isola ci sono anche delle vere e proprie isole linguistiche in cui si parla l’albanese in particolare a Piana degli Albanesi, nel palermitano e il dialetto gallo italico che si parla ancora oggi a Nicosia, Sperlinga, Piazza Armerina e Aidone in provincia di Enna; San Fratello e Novara di Sicilia nel messinese.

Con cinque parchi regionali, 6 aree protette e ben 72 riserve naturali, la Sicilia possiede un patrimonio naturalistico e faunistico di ragguardevole valore. Oltre ad avere diversi siti considerati patrimonio dell’Umanità e inseriti nella lista dell’Unesco come l’Etna, la Val di Noto, le isole Eolie, la valle dei templi di Agrigento, le necropoli rupestri di Pantalica, la villa romana del Casale di Piazza Armerina e il percorso arabo-normanno di Palermo-Monreale-Cefalù, sono patrimonio immateriale dell’Unesco anche il teatro dei pupi e come detto il siciliano.

Fra tesori nascosti, feste religiose, storie di Dei e ninfe, di amori e vendette, tradizioni popolari e natura incontaminata la Sicilia è stata meta prediletta dei viaggiatori come tra il XVII e il XIX secolo con i giovani aristocratici ricchi che intraprendevano i Grand tour, i loro viaggi di formazione che arrivavano anche in Sicilia, proprio come fece il celebre scrittore tedesco Johann Wolfgang Goethe che scrisse nel suo “viaggio in Italia” la celeberrima frase “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto”.

E lo sanno bene i siciliani che la loro “sicilianitudine”, la loro isolanità, se la portano sempre dietro ovunque vadano. Per loro casa è la Sicilia, una terra dai mille contrasti a partire dalle diverse varietà di vegetazione che è possibile trovare girando in lungo e largo il triangolo dell’isola con le sue tre punte che sono anche l’emblema della Triscele, il mostro con la testa di medusa e tre gambe ad identificare proproi le tre punte dell’isola, che campeggia sullo sfondo della bandiera della regione con lo sfondo giallo e rosso.

L’isola narrata da poeti e cantanti ha dato i natali a diversi personaggi di spicco sin da quando era il cuore della Magna Greca, fino ai giorni nostri. Filosofi, poeti, drammaturghi, musicisti, compositori, attori, cantanti, letterati di tutti i tempi qui in Sicilia hanno trovato terreno fertile e linfa per le loro opere e altri hanno trovato qui l’ispirazione per alcune delle loro opere.

Un’isola, la Sicilia, che è stata dominata da decine di popoli, ma non ha mai perso le sue peculiarità. Al contrario, il popolo siciliano ha “sicilianizzato” i suoi dominatori di volta in volta rispettando e preservando le proprie tradizioni e la propria cultura, non perdendo mai la propria identità caratterizzata da intelligenza, umorismo e diffidenza, come ha ben tratteggiato Cicerone già nel 70 a.C. Piuttosto che venire sottomessa, la Sicilia e i siciliani nel corso dei millenni hanno saputo trarre vantaggio dalle tante dominazioni che si sono succedute, inglobando termini che ancora oggi si trovano per esempio nei nomi di località e soprattutto ogni dominazione ha lasciato anche dei segni nella già variegata e ricchissima cucina siciliana.

La Sicilia, infatti, oltre ad offrire ricchezze paesaggistiche, offre esplosioni intense anche alle papille gustative dei viaggiatori più golosi. Fra i dolci famosi in tutto il mondo come Cassate e cannoli, la frutta martorana e i dolci inventati e realizzati nei conventi sparsi in tutta l’Isola, per non parlare poi di tutti i piatti della tradizione siciliana che hanno subito influenze di tutti i numerosi popoli che qui sono passati e hanno lasciato in qualche modo la loro impronta: in cucina, nelle tradizioni, nei miti e nelle leggende.

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