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Friuli Venezia Giulia, un piccolo universo tra Dolomiti e mare

Scritto il da Maria Chiara Ferraù

Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore”.
(Susanna Tamaro)

Non ha province, ma unità territoriali, ha un vento unico in Italia la cui nascita è avvolta nella leggenda, custodisce il campanile più alto d’Italia, a Mortegliano, siti Unesco, ospita la sede delle frecce tricolori. Siamo in Friuli Venezia Giulia, un piccolo universo in cui si fondono tante diverse tradizioni. È una terra di contrasti con le alte e rocciose Dolomiti, la costa con le sue lagune e le spiagge ora sabbiose, ora rocciose.

Una regione a statuto speciale come Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. Il suo capoluogo, Trieste, è una città unica nel suo genere, crocevia di culture con caratteri mediterranei, mitteleuropei e anche slavi vista la vicinanza con la regione. L’attuale regione entra a far parte del regno d’Italia in momenti diversi. Nel 1866 il Friuli centrale, mente la Venezia Giulia dopo la prima guerra mondiale, mentre la regione, dal punto di vista amministrativo, nasce nel 1963.

Sul territorio sono sparse testimonianze di varie epoche. Dalle tribu paleo venete con i borghi fortificati e la “cultura dei castellieri”, mente ai Carni, tribù celtica dell’età del ferra, si riconducono l’accensione di fuochi “pignarui” nel solstizio d’inverno e “tir des aciduli”, il lancio delle rotelle infuocate.

Durante il periodo di dominazione romana Aquileia, nel 181 a.C. diventa baluardo militare, ma nonostante la sconfitta dei Carni, questi continuano a vivere a fianco dei romani. A questo periodo risale la famosa fabbrica di frecce a Iulia Concordia, oggi Concorda Sagittaria. Nel 401 d.c. i Visigoti valicano le Alpi e poi qui arrivano gli Ostrogoti e ancora dopo gli Unni con Attila ed Aquileia gli si arrende per fame e viene incendiata e distrutta. Nel corso dei secoli il territorio dell’attuale Friuli Venezia Giulia è teatro di scontri sanguinosi, dalla campagna veneziana contro gli austriaci per finire con la seconda guerra mondiale.

Terra di scontri militari, il Friuli è stato anche segnato nel 1963 dalla tragedia del Vajont, ma è bello ricordare le numerose tradizioni popolari che sono in realtà una miscellanea di culture. La regione è anche terra di primati, non solo per il campanile più alto d’Italia che custodisce, ma anche per la grotta carsica più grande del mondo che riuscirebbe a contenere la basilica di San Pietro, vicino a Trieste, ha una città a forma di stella, Palmanova e la barcolana, la regata più grande del mondo e ha dato i natali ance a Primo Carnera, il primo pugile italiano ad aver conquistato il titolo mondiale dei pesi massimi di pugilato e sfruttato anche da Mussolini per la propaganda fascista.

Fra festival di ballerini e musicisti, leggende, sagre del prosciutto, gli angeli di Pordenone e il mago che vive tra il mondo dei morti e quello dei vivi, tra la città delle farfalle a Bordano e il ponte costruito dal diavolo a Cividale, andare in Friuli significa immergersi davvero in un territorio di confine che offre svaghi per tutti i gusti. Dallo sci, alle arrampicate, dal mare alla cultura, si possono osservare i volatili e i mari, andare a cavallo, rilassarsi alle terme e mangiare buon cibo.

Come ogni regione d’Italia, anche il Friuli Venezia Giulia ha una tradizione culinaria di tutto rispetto. Qui si possono assaggiare e gustare i buonissimi salumi di San Daniele, il prosciutto dolce, lo speck di Sauris, il formaggio di Montasio, la Gubana, lo strudel, il vino, il tocai e le gustose grappe friulane. Una cucina, questa Friulana, forse un po’ meno elaborata rispetto ad altre regioni italiane, ma sicuramente con ingredienti genuini e ricchi di proprietà.

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