Tante sono le leggende che circondano la nascita dell’isola di Sardegna, una delle regioni più magiche della penisola italiana. Una di queste parla di Ichnusa, un racconto tramandato dai greci sul come sia nata l’isola.

Una storia che affonda le sue radici in un tempo non ben precisato, prima ancora che sorgesse in Sardegna la civiltà nuragica. A quel tempo la situazione sulla terra era idilliaca. Non c’erano guerre e tutti andavano d’amore e d’accordo. Ogni tanto, però, fra gli dei e gli uomini nasceva qualche scaramuccia che poteva essere sanata con il latte e il miele.

Un bel giorno Zeus, il capo degli Dei e un donnaiolo impenitente, si indispettì per colpa di un marito che gli aveva tirato una scarpa mentre scappava dalla finestra della stanza della moglie. Un affronto giudicato irreparabile e così Zeus decise di vendicarsi sugli abitanti della terra che erano come sempre il suo capro espiatorio preferito.

L’intenzione di Zeus era quella di allagare tutta la terra e annegare l’intero genere umano. L’indomani Zeus chiamò a raccolta tutte le nuvole del cielo e fece piovere così tanto, ma così tanto, che l’acqua raggiunse persino l’Olimpo, costringendo Hera  a chiudere le fessure coi sacchi di sabbia. Ben preso la situazione sfuggì di mano a Zeus che, per evitare di essere trascinato nei gorghi, dovette poggiare il piede sulla terra. Al termine ritornò sull’Olimpo e dove aveva poggiato il proprio piede era rimasta un’enorme impronta che in greco si chiama ichnos.

La Sardegna, dunque, sarebbe nata dall’impronta di Zeus. Ecco spiegato il motivo per cui i greci e i popoli del mare chiamavano Ichnusa quella che oggi è la Sardegna.