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La leggenda del Sacro Graal

Itinerario: ,

Scritto il da Maria Chiara Ferraù

Con la sua pianta ottagonale, Castel Del Monte, edificato nel 1240 per volere di Federico II Hohenstaufen, è diventato il simbolo della regione e campeggia sullo stendardo regionale insieme all’albero di ulivo. Incerta l’attribuzione ad un preciso architetto. Alcuni lo riconducono a Riccardo da Lentini, mentre molti altri sostengono che la sua ideazione fosse dovuta allo stesso Federico II. Pare, infatti, che sia stato costruito sulle rovine di una precedente fortezza prima longobarda e poi normanna e forse alla morte di Federico II nel 1250 non era ancora terminata la sua costruzione.

Il castello è ammantato di mistero con la sua pianta ottagonale che si erge maestosa e appare in fondo alla strada rettilinea fra sole e ulivi e il numero 8 che si ripete nel numero di torri, nel numero delle sale del piano terra e di quelle del primo piano e ovviamente gli otto spigoli. Si ritiene che nel cortile interno fosse presente una vasca, anch’essa di forma ottagonale. Il portale d’ingresso, dal basso verso l’alto, mostra un arco in stile arabo, un timpano in stile greco-romano, bifore gotiche. Un miscuglio di stili che lo rendono unico. È un castello strano, senza spalti, merlature o camminamenti. È un semplice blocco ottagonale

Si è supposto nel corso dei decenni che Castel del Monte fosse stato un tempio, vista la sua posizione appartata. Questo lo rendeva un posto ideale per immergersi nel suo studio, un luogo dove rilassarsi sul modello dell’hammam arabo. Le sue sale sembrano essere progettate per essere attraversate secondo un percorso obbligato, legato a simbologie astronomiche. La sua forma ricorderebbe anche la geometria di una corona, a rappresentare forse il potere imperiale di cui Federico II era investito.

Un castello, questo, che racchiude in sé magia ed esoterismo. Un’antica leggenda ne fa risalire l’origine ad un’iscrizione riportata in un antico tempio. Qui c’era una statua sul cui capo era riportata la frase: “il mio capo è di bronzo, ma al levar del sole a calendi di maggio sarà d’oro”. Un giorno un saraceno risolse l’arcano e il primo giorno di maggio iniziò a scavare dove cadeva l’ombra della statua e vi trovò un antico e ricco tesoro con cui venne costruito il castello.

L’enigmatica sacralità di Castel del Monte è la sua cifra più profonda ed è stato associato alla dimora addirittura del Graal. Il suo nome associato a quella di Maria, la madre di Gesù e per estensione alla figura femminile di Sophia, la donna filosofica dei fedeli d’amore, la presenza nel pavimento di tracce di mosaico col sigillo di Salomone e di un bafometto sull’architrave di una sala interna, sono segni che avvicinano questa costruzione alla cultura templare. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che tra le mura di Castel del Monte si compissero esperimenti di alchimia visto che esistono camini troppo piccoli per funzionare da riscaldamento, ma giusti per servire da bacino d’infusione. E la sua collocazione geografica avrebbe dirette rispondenze astrali e l’intera sua dislocazione rivelerebbe una concezione numeroso fica, basata cioè sulla magia dei numeri, come ricorda il numero otto che, se capovolto, diventa il simbolo dell’infinito, a indicare la corrispondenza tra il cielo  (cerchio) e la terra (quadrato).

Questo castello, denominato Castello di Santa Maria del Monte, la prima volta che fu descritto come Castel del Monte fu in un decreto di re Ferdinando d’Aragona nel dicembre 1463. Qui vennero celebrare le nozze di Violante, figlia naturale di Federico e Bianca Lancia con il conte di Caserta, Riccardo Sanseverino. È stato anche destinato alla funzione di carcere.

Nel 1528 Castel del Monte venne devastato e bombardato a causa di una spedizione francese nel regno di Napoli e l’8 settembre del 1552 venne venduto al conte di Ruvo, don Fabrizio Carafa, per 100.000 ducati. Negli anni successivi la famiglia nominava i castellani e vi impiantarono una panetteria con mulino e un forno, mentre per i Carafa fu un incantevole luogo di villeggiatura. Dal 1876 il castello passò allo Stato che lo acquisto per 25.000 lire in stato di conservazione estremamente precarie. Nel 1996 l’Unesco venne inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità per il rigore matematico ed astronomico delle sue forme e per l’armoniosa unione degli elementi culturali di Nord Europa, mondo islamico e antichità classica, tipico esempio di architettura del medioevo.

Tra simboli arcaici e leggende, sia che Castel del Monte fosse stato un tempio a custodia del santo Graal oppure no, è un luogo sicuramente molto suggestivo.

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