È uno dei dolci tipici del Natale in tutta Italia e anche in Argentina, Uruguay e Sud del Brasile, ma nato in Lombardia. Stiamo parlando del panettone, dolce lievitato le cui origini sfumano a tratti nella leggenda. Tre le storie che sembrano godere di maggior credito.
La prima storia sulla nascita del panettone narra che un tale Ughetto, figlio di Giacomo Atellani che aveva il palazzo vicino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Era innamorato di Algisa, una bellissima figlia di un fornaio e si fece assumere dal padre come garzone nella bottega. Per incrementare le vendite provò ad inventare un dolce impastando uova, burro, miele e uva sultanina e lo infornò. Fu un successo strabiliante, tutti vollero assaggiare il nuovo pane e qualche tempo dopo il padre della giovane acconsentì ad avere Ughetto come genero e i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.
La seconda storia narra del cuoco al servizio di Ludovico il Moro, incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano invitati molti nobili del circondario. Il dolce, dimenticato nel forno per errore, quasi si carbonizzò. Il cuoco era disperato. A quel punto arrivò Toni, un piccolo sguattero, propose la soluzione: utilizzare il dolce che aveva utilizzato la mattina gli ingredienti rimasi in dispensa (farina, burro, uova, scorza di cedro e uvetta). Il cuoco acconsentì e spiò la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quel dolce prelibato, disse: “l’è ‘l pan del Toni” (è il pane di Toni), poi diventato Panettone.
Protagonista della terza leggenda è suor Ughetta, cuoca di un convento milanese e che per Natale pensò di fare un dolce per le altre consorelle usando i pochi ingredienti disponibili nella dispensa del monastero. All’impasto solito aggiunse uova e zucchero, canditi e uvette. Per benedire quel particolare pane natalizio vi tracciò sopra una croce. Il dolce fu apprezzato e il passaparola fu incredibilmente veloce. Così i milanesi cominciarono a fare offerte al convento per portare a casa un po’ di quello speciale pane.
Non si sa quale delle leggende sia vera, ma sicuramente il panettone è nato nel Medioevo ed è legato alla tradizione, che vigeva all’epoca, di preparare in occasione del Natale dei pani moto ricchi, servizi dal capofamiglia ai commensali. La ricetta fu perfezionata poi nell’Ottocento e divenne quella che ancora oggi è diffusa nella penisola. La forma attuale venne ideata negli anni Venti quando Angelo Motta, prendendo ispirazione dal kulic, un dolce ortodosso che si mangia a Pasqua, decise di aggiungere nella ricetta anche il burro e di avvolgere il dolce nella carta paglia.
A Milano è tradizione conservare una porzione del panettone mangiato durante il pranzo di Natale per poi mangiarlo raffermo a digiuno insieme in famiglia il 3 febbraio, festa di San Biagio, come gesto propiziatorio contro il mal di gola. Non per niente San Biagio benedirebbe la gola e il naso.
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