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L’Abruzzo, forte e gentile

Scritto il da Maria Chiara Ferraù

Regione:

“Settembre. Andiamo è tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare,
vanno verso l’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti”.

(Gabriele D’Annunzio)

Un verde intenso, vivido che circonda una natura selvaggia e in molti punti davvero incontaminata, 37 km quadrati di costa, scenario prediletto da moltissimi registi per pellicole di successo, e poi le vette innevate. Verde, bianco e azzurro sono i colori che rappresentano l’Abruzzo, una regione centrale d’Italia, da sempre legata anche linguisticamente al Mezzogiorno d’Italia.

In principio le regioni erano due: Abruzzi e Molise, poi nel 1963 il Molise si staccò e la nuova regione fu operativa amministrativamente a partire dal 1970 con le sue quattro province.

L’Abruzzo è la regione più verde dello stivale con i suoi tre parchi nazionali che la attraversano e numerose aree protette. Una terra selvaggia che ancora ospita con orgoglio più del 75% delle specie animali e vegetali di tutta l’Europa fra cui l’aquila reale, il lupo abruzzese, il camoscio d’Abruzzo e l’orso marsicano.

Il suo nome deriverebbe da Ad Praetutium, cioè la tera dei Pretuzzi o più probabilmente da Abruptus, cioè ripido, scosceso, brusco, rozzo così come sono i suoi monti.

Dopo le popolazioni primitive che abitarono l’attuale Abruzzo, arrivarono intorno al I sec. a.C. i Sanniti che poi due secoli dopo costrinsero la repubblica romana ad estendere i diritti di cittadinanza.

E’ in Abruzzo che compare per la prima volta la parola “Italia” e lo fa su una moneta d’argento con lo stesso valore del denaro romano, coniata nella città di Corfinium,  scelta dai popoli italici come capitale nel 91 a.C..

L’Abruzzo subì come quasi tutta l’Italia nel Medioevo le invasioni dei Longobardi e dei Normanni e diventa di proprietà di vari Conti e potenti locali. L’Abruzzo entra poi a far parte del ducato di Spoleto e con la discesa di re Alboino vengono costruite ben cinque grandi abbazie dei monaci cistercensi.

La regione ha molti contatti con il meridione d’Italia, isole comprese. Ne è prova che il giustiziato d’Abruzzo nel 1233 divenne parte del regno di Sicilia, per volontà di Federico II di con capitale Sulmona.

Nel Quattrocento l’Abruzzo venne governato dal re Alfonso I di Aragona e in quel periodo vennero ripopolati molti castelli in rovina della regione. Nel secolo successivo la regione dovette sopportare le invasioni via mare degli Ottomani. Per contrastare l’avanzata turca l’imperatore Carlo V eresse il sistema difensivo delle torri costiere del regno di Napoli con Pescara come suo baluardo. Dopo le dominazioni dei signorotti locali nel Seicento, nel 1703 e 1706 due devastanti terremoti rispettivamente a l’Aquila e sulla Majella devastano il territorio. L’Abruzzo vide poi i francesi e in seguito il ritorno del regno in mano a Ferdinando I delle due Sicilie nel 182 e al figlio Ferdinando II. Qui si svilupparono i primi movimenti carbonari e nel Novecento l’Abruzzo fu terra per il brigantaggio, ma un altro terremoto, il 13 gennaio del 1915, rase al suolo diversi centri.

Le sorti della monarchia sabauda si decisero proprio in Abruzzo, precisamente a Crecchio dove sostarono il re Vittorio Emanuele III in fuga dopo l’armistizio con le forze alleate dell’8 settembre 1943.

L’Abruzzo vanta, fra tanti, un primato: ha ospitato il primo Papa nella storia della Chiesa dimessosi, Celestino V, dunque molto prima di Benedetto XVI e che si ritirò a riposare sul monte Morrone all’eremo di Sant’Onofrio.

Ma oltre alla storia e ai ricordi delle gesta del passato, l’Abruzzo ha una grande storia musicale che poggia le sue basi nel Medioevo e che nel XIX secolo ha visto la ben distinta divisione tra musica di compositori di area classica e la musica popolare molto in voga e accompagnata dal suono della fisarmonica diatonica o organetto, o ancora la zampogna e la ciaramella.

Molte le feste caratteristiche abruzzesi, come del resto si possono ritrovare in tutta Italia così come siti protetti dall’Unesco.

Così come è vario lo scenario che si offre ai visitatori dell’Abruzzo dal punto di vista naturalistico che possono scegliere tra alte vette, una splendida costa e verdeggianti valli, così c’è un ampio ventaglio di scelta fra le prelibatezze culinarie tipiche della regione. Sono circa 100 i prodotti dell’enogastronomia abruzzese riconosciuti come “tradizionali”. L’Abruzzo è terra del torrone tenero, degli arrosticini, del pecorino d’Abruzzo, del pan dell’Orso e di tante alte prelibatezze.

L’Abruzzo è terra di poeti e intellettuali, attori, registi, fumettisti, moltissimi artisti nel mondo della musica tra compositori, cantanti e musicisti e qui vi passa la Transiberiana d’Italia diventata oggi attrazione turistica. La regione è tutta da vivere con il suo esclusivo artigianato, l’arte ceramica e l’arte del ricamo al tombolo a Pescocostanzo ed è una terra da scoprire tra i suoi antichi reperti come la celebre statua del guerriero di Capestrano custodita al museo di Chieti, la fontana delle 99 cannelle de l’Aquila, numerosi borghi bellissimi, la strada più stretta d’Italia, il “papà” della Vespa e tante leggende da scoprire e di cui innamorarsi, fra tutte la storia di Maja, la bella addormentata d’Abruzzo.

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