La tradizione narra che nella valle del Tronto un povero contadino possedeva un piccolo pezzo di terreno e i frutti del suo campo non bastavano a sfamare tutta la famiglia. La sua fortuna era la presenza di tre alberi di pero che davano un po’ di sostentamento. Le pere venivano portate al mercato della città guadagnando tanto denaro da poter acquistare il grano necessario per tutto l’inverno. Un anno quelle pere vennero rubate di notte.
Il povero contadino era disperato. Ed ecco che entra in scena Pirillo, uno dei figli del contadino. Era un ragazzino agile e furbo di 10 anni che disse al padre: “babbo, stanotte farò io la guardia. Vedrai che scoprirò il ladro”. Scesa la sera, Pirillo prese pane e cacio e si armò di una roncola, salì sull’albero nascondendosi fra i rami più alti. Passò un’ora e ne passarono due. Pirillo, per vincere il sonno, diede fondo alle sue provviste.
Allo scoccare della mezzanotte, con la luna alta nel cielo, d’improvviso Pirillo vide avanzare una strega con la barba di un caprone e le zanne di un cinghiale. La strega si avvicinò all’albero di pero per rubare i succosi frutti e subito Pirillo la colpì con la roncola. La strega scorse il bambino fra i rami e iniziò a lagnarsi dicendogli: “dammi una pera, ragazzino, una pera soltanto”. Una richiesta che è stata disattesa dal ragazzino che le rispose: “ne hai già rubate tante, vattene”.
La strega lo minacciò dicendogli “se non mi dai una pera, scuoterò l’albero finché non cadrai”. La risposta di Pirillo fu una risata. Fu in quel momento che la strega con una forza quasi sovrumana afferrò l’albero di pero fino a farlo cadere a terra. Una volta in terra, afferrò Pirillo, lo legò stretto al suo grembiule e, montata a cavalcioni su una scopa, volò veloce fino a casa sua, in una capanna fra i boschi. Il suo intento era di mangiare il piccolo Pirillo al posto delle pere e per farlo accese il fuoco nel camino e vi mise sopra un enorme paiolo colmo d’acqua.
Quando l’acqua bolliva, Pirillo non si perse d’animo e ne escogitò una delle sue. “Slegami – disse alla strega – e fammi spogliare. Non vorrai mangiarmi con tutti i vestiti”. Una proposta che ricevette l’approvazione della vecchia che gli disse: “ora, spogliati, su, che l’acqua è già pronta”. Pirillo finse di spogliarsi e si lanciò invece sulla strega. Una volta afferratala per i piedi, la capovolse nell’acqua bollente proprio nel paiolo dove avrebbe dovuto finire lui.