L’università fra cultura e scaramanzia

È a Bologna l’università più antica del mondo occidentale. Nata nel 1088 l’Alma Mater Studiorum ha poi aperto la strada per l’insegnamento e da tutti è riconosciuta come il più prestigioso ateneo italiano e uno dei simboli più celebri di Bologna. Grazie alla sua presenza Bologna viene anche chiamata “la dotta”.

Fra i portici dell’antica università bolognese venivano insegnati grammatica, retorica, logica e diritto fino a quando, dal XIV secolo, agli studi giuridici si affiancarono quelli di stampo medico, filosofico e matematico oltre che teologico. Qui vennero attratti nomi illustri del panorama culturale italiano, primo su tutti quelli di Dante e Petrarca. Seguirono altre personalità come Thomas Becket, Erasmo da Rotterdam, Torquato Tasso, Carlo Goldoni, Pico della Mirandola e Niccolò Copernico. L’Alma mater, la madre di tutte le università, è ancora oggi un punto di riferimento nel panorama internazionale, pur non avendo più il ruolo di centro propulsore della ricerca.

Quello che forse non tutti sanno è che gli studenti dell’università di Bologna hanno i loro riti scaramantici che se non seguiti potrebbero costargli la laurea stessa. Primo fra tutti nessuno studente dell’università di Bologna si sognerà di salire in cima alla torre degli asinelli perché rischierebbe di non laurearsi mai.

Uno studente di economia, poi, non potrà mai attraversare in diagonale piazza Scaravilli, pena la mancata laurea. Mai poi andare al portico di San Luca con le sue 666 arcate che conducono direttamente dal centro storico al santuario della Madonna di San Luca, pena non superare un esame importante in programma. E mai andarci con il proprio amore.

Gli studenti universitari non possono nemmeno attraversare piazza Maggiore in diagonale e quelli di ingegneria, poi , hanno l’ulteriore divieto di leggere per intero la frase che si trova sul muro dell’entrata.