“D’in su la vetta della torre antica,
passero solitario, alla campagna
cantando vai finché non more il giorno;
ed erra l’armonia per questa valle”.
(Giacomo Leopardi)
Con la spontaneità della sua gente, i suoi parchi e le riserve naturali, un paesaggio variegato, forme armoniche e sinuose, falesie e grotte che si alternano a spiagge indimenticabili, colline che rievocano storia, tradizioni, arte e montagne attrezzate per gli appassionati di sci, le Marche è una delle regioni più singolari d’Italia.
Una regione particolare che ha una singolare ricchezza di artisti e studiosi celebri a livello internazionale che qui hanno avuto i natali. Ricordiamo Leopardi, Raffaello, Rossini, Maria Montessori, Gentile da Fabriano, Donato Bramante, Giovanni Battista Pegolesi e Gaspare Spontini, famosi nei campi di letteratura, arte, cultura e musica.
Diversi i ritrovamenti in pietra, osso e metallo, tutti lasciati dai primitivi abitanti della regione: i Piceni che si dedicavano alla caccia e alla guerra e raggiunsero un ampio dominio sul territorio attorno alla città di Ascoli. Nel resto della regione si insediarono gli Umbri all’interno, i Greci e i Galli lungo la costa. Tracce del passaggio dei Galli si ritrovano negli oggetti portati alla luce durante gli scavi archeologici, ma anche nei nomi delle località come la città di Senigallia che ricorda la presenza dei galli Senoni.
Nel 207 a.C. le Marche entrarono a far parte del territorio di Roma in epoca augustea e divennero una delle numerose province con il nome Picenum. Si trovano ancora resti del passaggio dei romani come archi di trionfo, anfiteatri, porte di accesso alle città, il grande porto di Ancona e la via Salaria dove ancora oggi si possono vedere in alcuni punti pezzi della pavimentazione originaria.
Con il crollo dell’impero romano le Marche come gran parte delle altre regioni italiane, furono soggette alle incursioni barbariche che portarono distruzione, fame, malattie e disperazione. Il territorio fu diviso tra Goti e Longobardi, mente i Bizantini si insediarono lungo le coste.
Durante il Medioevo arrivarono i Franchi dell’imperatore Carlo Magno che suddivise la regione in feudi governati da persone di sua fiducia. A prendere il controllo delle Marche fu il Papa fino a quando nell’anno 1.000 molte città decisero di autogovernarsi e si organizzarono in liberi comuni. Con il passare del tempo in molti di questi comuni si affermarono i domini di alcune nobili e influenti famiglie e le città divennero signorie alla cui guida ci furono i Malatesta a Gradara, i Montefeltro ad Urbino, i Della Rovere a Senigallia che riunirono come mecenati i più grandi artisti del tempo invitandoli a creare opere di architettura, pittura, musica e poesia ancora oggi ricordati e conosciuti in tutto il mondo.
Nel XVII secolo lo Stato Pontificio raffermò la sua sovranità sulle Marche e le signorie continuarono a governare con il permesso del Papa. Ma successivamente durante il risorgimento molti marchigiani partigiani parteciparono alle lotte guidate da Garibaldi finché nel 1860 nella battaglia di Castelfidardo nei pressi di Ancona, l’esercito sconfisse le truppe del Papa, permettendo alla popolazione di entrare a far parte del nuovo Regno d’Italia con il plebiscito del 4 novembre 1860.
Fra i monti Sibillini ammantati di mistero, fiumi a carattere torrentizio, gole, oltre che le spiagge bellissime, montagne attrezzate, percorsi adatti alle gite in biciclette, le Marche sono la regione ideale per delle vacanze da trascorrere immersi nella natura e a contatto con una terra che trasuda cultura come il palazzo ducale di Urbino inserito nei beni tutelai dall’Unesco. Fra i verdi vigenti e frutteti delle colline piacentine e della valle dell’Esimo, poi, tra case coloniche, cibi genuini, si incontrano dimore signorili o antiche case mezzadrili, alcune delle quali accolgono oggi i visitatori alla ricerca di emozioni autentiche.
Le Marche non è sinonimo di regione, ma di un vero e proprio museo diffuso con la sua rete di città e borghi storici incastonati in un mare di colline coltivate che si affacciano su vallate che vanno dal mare all’Appennino. La cultura poi si erge maestosa e orgogliosa su tutto, essendo al vertice della catena del valore di questa regione dove c’è il primato della longevità fra i suoi abitanti.
Una cultura, quella delle Marche, che si riversa anche nella cucina caratterizzata da sapori spontanei come la sua gente e variegata come il suo paesaggio. Troviamo qui i maccheroncini di Campofelice, il prosciutto dop di Carpagna, la Frustenga, le ciambelline al mosto, la cicerchiata. Se funghi, olive e tartufo sono i protagonisti assoluti e indiscussi della cucina marchigiana, nei dolci a farla da padroni sono anice e fichi. Per addolcirsi poi la bocca si deve assaggiare il Mistrà, liquore al cumino.
Come altre regioni italiane, anche nelle Marche c’è un vasto repertorio di leggende. Prima fra tutti quella della grotta della Sibilla, poi la sirena Mifì ad Ancona, la grotta del tesoro ai piedi del monte Conero, gli scogli che sono stati due sorelle per finire con la grotta degli schiavi e il buco del diavolo a Camerano.
Le Marche, una regione unica, come scrisse Guido Piovene, una “terra filtrata, civile, la più classica delle nostre terre”.
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