In Basilicata il matrimonio non è una questione privata, ma coinvolge l’intera comunità. Tradizioni che derivano dalle varie dominazioni che si sono susseguite in questi luoghi. Tutto parte dalla richiesta di fidanzamento. Il futuro sposo lascia un ceppo davanti alla casa della fanciulla. Se il ceppo il giorno dopo sparisce significa che la sposa ha accettato la proposta, in caso contrario il ceppo viene fatto rotolare via per la strada. In passato accadeva che non si sapeva chi fosse il pretendente e toccava al padre della sposa andare in giro per il paese e urlare “chi ha inceppunato la figlia mia?”.
Il giovedì precedente alla prima notte delle nozze il corredo della sposa viene condotto su un carro aperto a casa dello sposo in modo che tutti lo possano vedere e ammirare.
Caratteristici sono anche i cortei matrimoniali: uno per lo sposo e l’altro per la sposa, in direzione della chiesa o del comune. La tradizione vuole che se durante i cortei si alza il vento, questo preannunci litigi con la suocera.
Non mancano poi atti scaramantici. La casa degli sposi viene addobbata con ferri di cavallo, corna di animali per scacciare il malocchio. La mamma entrava nella stanza matrimoniale per attirare su di sé tutti i malocchi. Inoltre, si metteva davanti alla stanza una scopa per non far entrare le streghe e il sale sotto il letto per favorire la fecondità della sposa.
Dopo la cerimonia gli sposi passano sotto braccio sotto gli archi famosi di merletti e fiori, formati da due canne alte a piramide con merletti attaccati e le persone per buon augurio gettano pugni di grano sugli sposi in segno di ricchezza. In alcuni posti a ciò si uniscono spari col fucile.
In altri paesi della Basilicata gli sposi in chiesa non si segnavano con l’acqua benedetta per paura che vi fosse stata disciolta qualche polverina che non avrebbe permesso che l’atto sessuale venisse compiuto.
A Rotondella la sposa all’ingresso trovava una bambina pronta a recitarle una poesia di auguri. Fiori e confetti volavano per aria. In altri centri la sposa prima di entrare in casa liberava in volo due colombe e la sposa riceveva in bocca dalla suocera un pezzo di dolce, come accadeva ad Aliano e Miglionico o con un cucchiaio di zucchero a San Giorgio Lucano o un quadratino di zucchero a Stigliano. O, ancora, a Grassano la suocera metteva a terra un dolce che doveva essere calpestato dalla nuora per insegnarle a dominare in casa, ma con dolcezza. Ad Incarico, invece, la suocera consegnava alla nuora una scure, anche qui in senso di comando, ma con meno dolcezza.
Immancabili poi i balli al ricevimento nuziale fra valzer, polke saltellanti, mazurche, tarantelle spumeggianti e anche il “ballo dello specchio”.
Non si può non ricordare il Morgengab, il dono del mattino fatto dal novello sposo sotto forma di regalo come gioielli, abiti o altro in segno di gratitudine verso la sposa. Una tradizione che riporta ai Longobardi e che è un po’ maschilista in quanto vedeva la moglie accettata dal marito soltanto dopo aver consumato il matrimonio. Oggi rimane un simbolo carino che il marito può fare come regalo alla propria moglie.
Ogni paesino può avere delle tradizioni matrimoniali diverse, tutte da scoprire e se si è fortunati, anche da vivere di persona.
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