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Sardegna, un mare di leggende

Scritto il da Maria Chiara Ferraù

Regione:

“Ho vissuto coi venti, coi boschi, colle montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni, il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. […]Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo”.
(Grazia Deledda)

Acque azzurre e cristalline, spiagge con una natura incontaminata, il vento che accarezza le rocce e le modella, resti di antiche civiltà, grotte, insenature, l’entroterra con i suoi anfratti più nascosti, le alte montagne, i boschi, le pianure e gli antichi nuraghi. Una natura selvaggia e quanto mai vera quella che accoglie i visitatori in Sardegna.

La Sardegna è una delle cinque regioni a statuto autonomo come Sicilia, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, istituita il 5 luglio del 1952 con decreto del presidente della Repubblica.

L’isola, la seconda per grandezza dopo la Sicilia, ha vissuto tre periodi storici significativi: la civiltà nuragica, l’era giudicale e il regno di Sardegna del 1297 sotto papa Bonifacio.

La Sardegna, ben conosciuta nell’antichità dai Fenici e dai greci che la chiamarono Ichnussa per la somiglianza della sua forma con l’impronta di un sandalo. Sempre i greci la chiamarono Argyròphleps Nèsos , cioè l’isola dalle vene d’argento per la ricchezza d’argento nel sottosuolo.

Con più di 1.232 km di costa, il suo nome deriverebbe dalla denominazione greca, dal greco Sardò, nome di una leggendaria donna dell’Anatolia di cui si parla nel Timeo di Platone. Secondo Sallustio, invece, Sardus, generato da Ercole, era partito con molti uomini dalla Libia occupando l’isola che prese poi il suo nome. Già il nome Sardegna appre scritto in fenicio nella stele di Nora a Pula.

Una terra fortemente ancorata alle tradizioni artigianali e folkloristiche, dai tratti fortemente originale con i suoi numerosi musei e parchi archeologici e le bellezze naturalistiche, è un’isola magica.

Qui si parlano il sardo, la lingua storica delle genti succedute al nuragico e utilizzato come lingua ufficiale che a sua volta è suddiviso in sardo logudorese centro settentrionale, di maggior prestigio letterario e il sarco campi danese dell’isola centro meridionale. Vengono parlati anche il sassarese e il gallurese, quest’ultimo si avvicina a quello della Corsica del Sud, metre l’algherese, variante del catalano orientale ad Alghero dal XIV secolo e il tabarchino, dialetto ligure coloniale degli immigrati liguri provenienti da Pegli e dall’isola tunisina di Tabarka nel XVIII secolo, nell’arcipelago del Sulcis, a Carloforte e nella parte settentrionale dell’isola di Sant’Antioco. Stranamente qui si parla anche il veneto e l’istriota ad Arborea e Tanca Marchese.

Da sempre terra di difficile conquista, la Sardegna ha visto il passaggio di nuragici, Fenici, Greci, cartaginesi e poi i regno di Sardegna, le invasioni barbariche, la famiglia Savoia.

Tante le tradizioni dell’isola che affondano nel passato antico, come i 4 mori della bandiera che richiamerebbero l’antica dominazione spagnola che celebra la vittoria degli Aragonesi contro i Saraceni nel 1906 (contro Saragozza, Valencia, Murcia e le Baleari). Ma ci sarebbe anche un significato più antico che rappresenterebbe i quattro giudicati (stati indipendenti che tra il IX e XV secolo governarono la Sardegna in modo autonomo e difesero l’isola dalle continue invasioni dei mori.

La Sardegna è uno scrigno di antiche culture tra mare, spiagge meravigliose, reperti archeologici, feste isolane, l’antica musica popolare sarda con la danza “su ballu tundu” accompagnato dal suono delle launeddas.

Importanti anche le produzioni artigianali. Fra queste si ricorda l’importante tradizione tessile, la realizzazione del coltello sardo e la lavorazione artigianale dell’argento e del corallo. Come non dimenticare le tradizionali fedi sarde, preziose e tramandate di generazione in generazione.

Anche la cucina sarda è molto varia e basata su ingredienti semplici e originai. Da zona a zona variano non solo gli ingredienti dei piatti, ma anche i loro stessi nomi. Ricordiamo la fregula, il pane carasau e quello frattau (la cosiddetta “carta musica”, il Civraxiu, il pane di Ozieri, i formaggi pecorini, il liquore Cannonao, il finocchietto, l’acquavite “Filu ‘e ferru e ancora le seadas e il profumatissimo porceddu sardo.

Sardegna è una mare di leggende. Ricordiamo le leggende sulle Janes la figura dell’Accabadora e poi Villacidro paese delle streghe, un lungo passaggio segreto, una grotta per le guarigioni, diverse fontane miracolose, la leggenda del golfo degli angeli, la magia del bisso-la seta del mare. Tanti anche i rimedi naturali, le superstizioni e le credenze sarde. L’isola ha anche il primato di ospitare più centenari di tutta Italia.

Fra diavoli e angeli, spiagge  di ogni tipo con sassi, conchiglie e sassolini che sembrano chicchi di riso, il campanile sommerso, il castello di Medusa e tantissime leggende, è un’isola tutta da scoprire con le sue magie e le sue tradizioni millenarie.

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