Per la prima volta fu innalzata nel 1282 durante la rivoluzione del Vespro e oggi è una delle bandiere più longeve del mondo. La bandiera della Sicilia, con due triangoli giallo e rosso di sfondo e con al centro la triscele, la figura mitologica della trinacria, rappresenta l’unione tra Palermo e Corleone che insieme ad altri siciliani si unirono nella rivoluzione del vespro per scacciare gli angioini.
La triscele è una figura femminile composta da tre gambe in movimento, tre come il numero delle punte della Sicilia. Un simbolo molto simile a quelli ritrovati presso altre civiltà antiche del centro America, della Mesopotamia e dell’India. Una delle ipotesi più accreditate confermerebbe le origini micenee della Sicilia, che farebbero anche il paio con quanto detto da Omero nell’Odissea a proposito dello sbarco di Minosse sull’isola. La trinacria potrebbe rappresentare i tre elementi naturali: terra, acqua e cielo oppure raffigurare le tre manifestazioni del Dio: forza, saggezza e amore. Ma potrebbe anche essere la rappresentazione della manifestazione dell’uomo: azione, sentimento e pensiero. Più semplicemente la trinacria potrebbe rappresentare i tre promontori siciliani di capo Lilibeo, capo Passero e capo Peloro. E forse anche la disposizione dei colori in forma di triangoli non è poi così casuale.
La bandiera siciliana con la sua trinacria fu forse l’unica a resistere all’arrivo dell’impero romano. Augusto vietò i culti druidici e l’uso della trinacria celtica. Al centro spicca la Gorgone, cioè il simbolo di una dea mostruosa con testa di donna e capelli di serpente.
A tali simboli si aggiunsero le spighe romane, a rappresentare la fertilità del terreno della regione, ma anche il fatto che la Sicilia fu considerato per secoli il granaio d’Italia.
Prima di divenire simbolo ufficiale della Regione, la bandiera siciliana è stata il simbolo del parlamento siciliano nella rivoluzione del 1848 e nei comitati rivoluzionari nati sotto l’amministrazione garibaldina.