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Simonetta, la Venere di Botticelli

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Scritto il da Maria Chiara Ferraù

È suo il volto della Venere della “Nascita di Venere” del grandissimo pittore del Quattrocento, Sandro Botticelli. Ma anche quello di una delle tre Grazie nell’allegoria della Primavera sempre di Botticelli. Stiamo parlando di Simonetta Cattaneo, poi Vespucci, nata nel 1453 a Porto Venere nella frazione di Fezzano o a Genova. Fu una delle nobildonne italiane più note del Rinascimento e il suo volto vive ancora oggi in capolavori del Botticelli o di Piero Di Cosimo.

Simonetta nacque dai nobili genovesi Gaspare Cattaneo della Volta e Cattocchia Spinola. All’età di 16 anni Simonetta venne data in sposa al giovanissimo Marco Vespucci, cugino lontano del noto navigatore Amerigo, alla presenza del doge di Genova e di tutta l’aristocrazia cittadina.

Dopo il matrimonio la giovane coppia si stabilì a Firenze, città dei Vespucci. Il loro arrivo coincise con l’assunzione di Lorenzo il Magnifico a capo della Repubblica. I due fratelli Lorenzo e Giuliano accolsero gli sposi nel palazzo Medici di via Larga e in loro onore organizzarono una sontuosa festa nella villa di Careggi. Nel 1475 durante il torneo cavalleresco in piazza Santa Croce, Giuliano de’ Medici vinse un ritratto di Simonetta dipinto da Botticelli. Simonetta trionfò e venne proclamata la “regina del torneo”. La sua grazia aveva conquistato tutta Firenze, primo fra tutti Giuliano, diventato suo amante e che la leggenda racconta che non amò più nessun altro dopo la sua morte.

Simonetta morì il 26 aprile del 1476 a soli 23 anni, colpita dalla tisi. Per la sua scomparsa Lorenzo il Magnifico scrisse il sonetto “O chiara stella che co’ raggi tuoi/togli alle vicine stelle il lume/perché splendi assai più del tuo costume?” in cui la donna viene immaginata come salita al cielo ad arricchire il firmamento.

Di Simonetta parlano soprattutto le tele in cui è stata immortalata nel pieno della sua giovinezza e che l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Molti volti femminili dei dipinti di Botticelli si ispirarono a Simonetta. Il grande pittore lasciò scritto di essere sepolto ai piedi di Simonetta. Un desiderio esaudito visto che la tomba di Botticelli si torva nella chiesa di Ognissanti, patronata dalla famiglia Vespucci anche se la tomba di Simonetta non esiste più perché portata via da una delle tante piene dell’Arno che aveva invaso la chiesa.

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