“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.”
(San Francesco d’Assisi)
“La popolazione umbra – scrisse Plinio il Vecchio in Naturalis historia – è ritenuta la più antica d’Italia, si crede infatti che gli Umbri fossero stati chiamati Ombrici dai Greci perché sarebbero sopravvissuti alle piogge che inondarono la terra”. l’Umbria, una delle più piccole regioni d’Italia, al centro dello stivale, sembra essere stata con i suoi abitanti la progenitrice delle genti italiche.
In epoca protostorica e storica venne abitata da Umbri ed Etruschi, divisi soltanto dalle acque del Tevere. Nel 295 a.C. dopo la battaglia di Sentino, la regione venne conquistata dai romani. Qui si svolse la battaglia del Trasimeno durante l’invasione di Annibale, nel corso della seconda guerra punica a Perugia.
Alla caduta dell’impero romano la regione vide le lotte tra Ostrogoti e Bizantini e la fondazione del longobardo ducato di Spoleto nella parte meridionale della regione (indipendente tra il 571 e la metà del IX secolo). Ai bizantini rimase il cosiddetto corridoio bizantino, una striscia di territorio estesa lungo la via Flaminia e con i centri principali di Perugia e Todi, facenti capo all’esarcato di Ravenna.
All’arrivo di Carlo magno fioriscono castelli, monasteri e borghi fortificati. Le città diventano liberi comuni spesso in guerra tra di loro inserendosi nel conflitto tra guelfi e ghibellini, dunque tra Papa e impero. Fino al 1860 l’Umbria rimane una semplice provincia della chiesa.
Con le sue dolci e verdi colline, città e insediamenti ricchi di storia e tradizioni e luoghi mistici legati alle storie dei Santi Francesco e Chiara di Assisi, Rita da Cascia, Benedetto da Norcia fra tutti, l’Umbria è una terra ideale per sport all’aria aperta, escursioni, mountain bike, velisti sul lago Trasimeno, volo a vela e anche un paradiso per chi ama osservare i volatili nell’oasi del WWF di Alviano.
L’Umbria custodisce le tavole eugubine. Si tratta di sette tavole di bronzo con testo in lingua umbra con alfabeto latino, conservate al palazzo dei consoli di Gubbio dove vennero ritrovate nel 1444. Giacomo Devoto, uno dei più importanti glottologi e linguisti del Novecento ha ritenuto che fosse “il più importante testo rituale di tutta l’antichità classica. Non possediamo nulla di simile né in lingua latina né greca: per trovare paralleli, bisogna ricorrere a letterature del vicino o lontano Oriente”.
Ad impreziosire l’Umbria sono monasteri e luoghi di culto che ogni anno richiamano il turismo religioso da tutto il mondo, come la splendida basilica di Assisi che conserva gli affreschi di Giotto, Cimabue, Lorenzetti e Martini, la Porziuncola e gli eremi dove si ritirava San Francesco a pregare e meditare. Nei verdi boschi umbri è nato Il cantico delle creature di San Francesco d’Assisi e lo stabat mater di Jacopone da Todi, noto poeta, seguace di San Francesco.
Nella regione che rappresenta il cuore verde dell’Italia uno spazio importante è occupato dall’artigianato. Ricordiamo le ceramiche di Deruga, il centro artigianale di Gubbio, la lavorazione dei tessuti ad Orvieto, Perugia, Città di Castello, Orvieto e Montefalco. Di notevole interesse la lavorazione del legno a Città di Castello, Gubbio, Assisi, Perugia e Todi, mentre la lavorazione del vetro è tipica di Piegaro da più di 800 anni e anche a Perugia. Un ruolo di rilievo anche l’oreficeria in cui è stata recuperata la tecnica della granulazione di origine etrusca a: Perugia, Orvieto, Torgiano, Terni e Todi.
Se in cucina la fanno da padroni olio e vino con 15 tra Doc e Docg, non bisogna dimenticare la birra e la presenza dell’unico istituto di ricerca ufficiale in Italia sulla birra, il Cerd. Tanti i prodotti rinomati della gastronomia umbra fra cui la patata rossa di Colfiorito, la cecerchia, il farro di Monteleone e Spoleto, la lenticchia di Castelluccio di Norcia e il tartufo di diverse qualità. Ricordiamo le Ciriole, tagliatelle senza uova, l’Impastoiata e la Regina in porchetta, una specialità di pesce del lago Trasimeno.
Oltre alle verdi colline, alle montagne, ai laghi e alle cascate come quella delle Marmore, sono tante le feste, le giostre, i palii, le infiorate, che arricchiscono ciò che l’Umbria possa offrire. Fra questi su tutti la festa dei ceri di Gubbio che è ricordata anche sullo stemma della regione con i tre ceri rossi. Da conoscere anche le usanze per diversi avvenimenti della vita familiare come nascita, matrimonio e funerali. Pochi in forse sanno che a Gubbio ogni casa ha due porte d’ingresso: la più piccola si apre solo in caso di lutto per fare uscire il defunto e che l’almanacco Barbanera nacque a Foligno. Fra festival musicali, la giostra della Quintana a Foligno, gli eventi in onore del patrono di Terni, San Valentino e il Cantamaggio in diverse località, in Umbria si ritrova l’arte di vivere.
L’Umbria è anche terra di miti e leggende, complice la morfologia con i centri abitati lontani fra loro e collegati da poche strade funzionali. Ed è così che la superstizione gioca un ruolo importante e rende l’esplorazione ancora più interessante. Sapevate che a Perugia ci sarebbe una fontana scomparsa o che la città venne fondata da Ulisse o ancora che la Sibilla abitasse questi luoghi? Sono solo alcune delle tantissime leggende di draghi, fantasmi, mostri e diavoli del territorio umbro, tutto da scoprire fra natura, cultura, fede e tradizioni.
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